Maternità, il ponte tra mamme Italia-Africa

Due occhi vispi che spuntano tra le cannette che fungono da muro delle capanne africane. Dentro un uomo dal camice bianco sta visitando una madre giunta al terzo figlio. Ha le doglie, il medico scuote la testa e fa cenno che occorre portarla nel centro ospedaliero più vicino, chilometri di pista polverosa da fare a piedi o a bordo di un Boga boga, un mototaxi… Ore  prima di arrivare nel piccolo presidio sanitario.

Un mondo lontano da quello che vivono le donne italiane che alle prime contrazioni si recano nel reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale più vicino a casa. Altre latitudini.

Nell’Africa Sahariana c’è un’ostetrica ogni 20 mila abitanti e circa 265 mila donne muoiono ancora ogni anno durante il parto.

Ed è proprio per promuovere il diritto alla salute di mamme e bambini africani, che nasce “Una vita per una vita” promossa da Medici con l’Africa Cuamm. Il nome dell’iniziativa deriva dall’idea che una mamma che ha appena dato alla luce una vita nuova con un piccolo contributo (40 euro) può garantire a una donna africana la stessa possibilità.

«Quante persone si sono date da fare e mi hanno aiutato a far nascere il mio piccolo, a fare in modo che tutto fosse pronto, tempestivo, in ordine, pulito – racconta Lisa neomamma di Mestre (Ve) -. È per questo che quando mi hanno proposto di donare a un’altra mamma africana, la possibilità di ricevere assistenza durante il parto, ho accettato. È un modo per “prendersi cura” dell’altro, anche da lontano”».

I soldi raccolti in questi anni, presso 30 strutture ospedaliere del Triveneto, serviranno a sostenere il progetto “Prima le mamme e i bambini” e a  garantire nei prossimi cinque anni, un parto gratuito e sicuro a 125 mila mamme di quattro paesi africani.

A fare da veicolo informativo dell’iniziativa gli stessi ginecologi e il personale dei reparti maternità.

«Non potevamo rimanere indifferenti di fronte a questa bella sfida che ci ha proposto il direttore di Medici con l’Africa Cuamm don Dante Carraro – ha precisato Tiziano Maggino, primario di Ostetricia e ginecologia presso Ospedale dell’Angelo di Mestre –. Siamo convinti che investire nella salute delle generazioni future sia segno di progresso e che puntare sulla salute delle donne, in ogni società, sia un contributo fattivo alla democrazia di un paese».

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